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Zurigo 1967 (Recensione di Gabriella Mongardi)

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  Una notte d’ottobre un viaggiatore…  3 marzo 2024 GABRIELLA MONGARDI da Wikimedia Commons Com’è possibile? Un racconto di Silvano Gregoli che s’intitola   Zurigo 1967  si apre all’aeroporto di Bruxelles   (ma non perché l’io-narrante si stia imbarcando su un aereo per Zurigo: è ancora ben ancorato alla terraferma, e gli aerei si limita a guardarli decollare e atterrare), e contiene una sequenza dedicata addirittura alla Cuneo dei Savoia! Trovate tutto questo spiazzante, disorientante? Avete perfettamente ragione: in termini tecnici si chiama “straniamento” ed è l’effetto che un artista produce con la sua originalità, il suo sguardo ‘divergente’, anticonformista, sul mondo. Vi dà quasi fastidio, questo? No, adesso vi sbagliate, lasciate che vi spieghi. La trama del racconto si può riassumere in due parole: il protagonista-narratore, un italiano che da pochi mesi lavora a Bruxelles, viene mandato per un congresso a Zurigo. Lì, non avendo prenotato un albergo, va...